Intervistiamo Roberto Bonaventura

Compositore/Produttore Artistico/Titolare della Ilopan Edizioni Musicali

Il mondo virtuale di Facebook è, come tutta la rete, uno strumento che possiamo usare bene, oppure male, tutto dipende dalle persone, da noi. L’aspetto positivo è che possiamo conoscere molte persone, quello negativo è che uso faremo di queste conoscenze. In questo camminare virtualmente abbiamo conosciuto Roberto Bonaventura che, per non confondere con altri omonimi, consigliamo di conoscere qui nel suo nuovo sito ufficiale, carico di novità e belle iniziative; qui per vedere la sua pagina di FB; mentre in questa pagina potrete leggere i suoi pensieri, interagendo con lui.

Ciò che ci ha maggiormente colpiti non è certo il suo “ritratto esteriore”  ma la persona che è, il suo modo di comunicare che, perdonateci se giochiamo in casa, è anche squisitamente cattolico. Ed è per noi una perla rara trovare un laico dai tanti talenti che non si vergogna mai di sollecitare le persone che lo seguono, attraverso i suoi aforismi, epigrammi, aneddoti, brevi racconti, poesie, musica ed altro ancora, a profonde ma semplicissime riflessioni davvero evangeliche, cristiane. Non si tratta certo di moralismo, ma di usare la ragione trasmettendo, a chi incontra, una fede Cristiana bellissima, pulita ma anche ragionevole.

  • Eccoci, caro Roberto, ti ringraziamo per aver accettato questa intervista. Intanto cerchiamo di capire: “chi è Roberto Bonaventura?”, dove nasce e come ci finisce a Napoli? Non siamo certo qui per “canonizzarti”, tranquillo, ma sarebbe interessante per noi capire: sotto quale aspetto più vero e realistico (visto che abitiamo spesso il mondo virtuale di FB) vorresti che le persone ti conoscessero?

“Sono un artista, ma non mi basta: mi piacerebbe essere un artista di Dio. I doni ricevuti dall’Alto devono essere “trafficati” per innalzarsi e innalzare, al fine di glorificare il Datore dei talenti. Spero di riuscire a spargere, in semi piccolissimi di evangelica senape, a pieno cuore, tutta quella bellezza verso la quale tendo. Sotto i raggi della Grazia questi semini potrebbero anche diventare alberi frondosi e fruttiferi.

La storia d’amore tra me e Napoli stupisce anche me. Io sono un napoletano atipico, infatti sono “nato napoletano”, per grazia ricevuta. Dio mi ha voluto dare un surplus di napoletanità. Sono, per dirlo con una locuzione da me forgiata, un “napoletano sostanziale”. I napoletani possono essere formali o sostanziali. Non è affatto detto che una persona nata e vissuta a Napoli poi sia veramente napoletana. Io vivo sempre a Napoli anche quando, come adesso, vivo in Romagna; sono tra i vicoli e, contemporaneamente, me ne sto affacciato sulle terrazze che da Posillipo si godono il mare con nuance smeraldine.

So bene che non intendete canonizzarmi, datemi prima il tempo di morire… 😉

Io non ci tengo ad essere conosciuto nel significato usuale del termine. Tendo sempre a sfuggire, a velarmi. Un artista che parla troppo esplicitamente di sé non mi convince. Noi ci occupiamo di un mondo legato alla fantasia, ai sogni e in qualche modo alla finzione scenica; dobbiamo evitare di farci mettere sotto il microscopio. Di me non parlo mai, oppure parlo sempre, ma in modo che la realtà sia sublimata da elementi di poesia ermetica. Se proprio si volesse capire qualcosa di me…  bisognerebbe seguire le briciole di pane sul sentiero. Fuor di metafora io sono nelle mie parole, nelle mie note, nei miei affreschi semantici e nelle armonie dei miei palpiti. Mi concedo solo alle persone reali che incontro per Dioincidenza e che, magari, hanno bisogni spirituali. Lì, e solo per loro, sono Roberto, quello che sorride spesso, mentre in foto mi “accusano” di non farlo mai.

Spero di non aver risposto perfettamente alla domanda, così una quota di mistero è ancora salva.”

  • Noi ti abbiamo conosciuto attraverso la bellissima pagina di FB, attraverso la quale, come anticipato, con generosità e tanta gratuità offri pensieri che non sono prelevati dal Catechismo nel senso di formulette, eppure contengono spesso l’essenza della profonda dottrina cattolica. Che cosa è per te la Chiesa, la parrocchia, i Sacramenti?

“Della Chiesa cattolica dei preti e di tutto il resto non saprei che farmene se non avessi la convinzione assoluta e indefettibile che Sancta Romanae Ecclesia sia l’unica vera religione e che la sua Dottrina sia quella stessa voluta dal Dio Uno e Trino. Ciò asserito ne discende che Fede, Dottrina e Morale, in questo ordine, siano le tre colonne sulle quali si regge tutto. Quindi amo tutto ciò che è VERAMENTE cattolico e ho repulsione per tutto ciò che non lo è. Amo l’arte cattolica che poi è l’arte per antonomasia. Quanto ai sacramenti: Santa Messa in rito romano antico, anche se nei giorni feriali mi è spesso impossibile, Confessione frequente. Quattro rosari al giorno.

  • Tra i tanti talenti, i doni che Dio ti ha dato, sembra che quello della “favella-ispirata” ti riesca assai bene. Abbiamo letto di  persone che hanno saputo apprezzare il tuo libro del 2016, andato subito esaurito, e che offri ora nuovamente e sempre gratuitamente, nella nuova riedizione, cliccando qui: “La soglia dell’Aldilà”, con sottotitolo “Piccolo manuale per defibrillare le anime a rischio di morte eterna”. Bellissimo! Come vedi questa “soglia dell’Aldilà” alla luce di tanto neo paganesimo culturale del nostro tempo, quali le difficoltà, e quali sono “le tue paure”?

“Questo manuale di apologetica è stato largamente benedetto da Dio. Ci sono state, negli anni, varie conversioni miracolose, sono contento di non ricordarmele tutte… non sono io ad averle operate, se no non me le dimenticherei così facilmente.

Mi sono basato, per scrivere questo libretto su ciò che, nei secoli, ha sempre portato frutti spirituali e ho bandito tutte le speculazioni sterili tipiche di chi è allo sbando spirituale per essersi abbeverato al mortifero modernismo. La predicazione dei Novissimi era la mia preoccupazione precipua, unitamente alle indicazioni pratiche per ben confessarsi. La santa confessione è l’architrave di tutto. E la situazione è disastrosa. Chi ancora si confessa, non di rado, si confessa male, anche per colpa dei sacerdoti che non sono preparati e che non fanno più (con delicatezza e prudenza) le domande. Quindi, spesso, anche le persone di buona volontà affogano in un mare di reticenza e di ignoranza. Il risultato è il temutissimo e drammatico doppio sacrilegio (anche eucaristico) che produce conseguenze infernali sul cristiano e che poi si riverbera sulla Chiesa che è il Corpo Mistico di Cristo. Il mio libretto forse un po’ spaventa, anche se non è questo il suo fine. Alla fine delle 160 pagine di cui è composto il suddetto, nulla è più come prima, nessuno può continuare a dire “io non lo sapevo” e questo ha enormi conseguenze, nel bene come nel male.

I nostri tempi sono assurdi; i grandi peccatori sono sempre esistiti, ma almeno sapevano di peccare e – quando facevano in tempo – il sacerdote lo chiamavano… oggi si muore come gli animali, così come si è vissuto. Ho speranze, più che paure… spero di poter trovare, un giorno, qualcuno che mi aiuti nel grande progetto di riaprire al culto una o più chiese artistiche delle nostre città italiane e poterle affidare a un solo sacerdote (coadiuvato da qualche laico preparato) di sana dottrina che, nel suo abito religioso, se ne stia tutto il giorno davanti al Santissimo, in confessionale e che celebri in rito romano antico… Basterebbe questo.”

  • In questo “manuale” di cui abbiamo accennato, scrivi: “C’è un pericolo mortale in agguato su ognuno di noi, si chiama: PECCATO. La parola “peccato” è per un numero enorme di cristiani, ormai, vuota di significato, come il residuo di un oscuro e superato passato, pregno di superstizione e bigottismo. Non è affatto così!“. Sarai consapevole del fatto che è un dono, soprattutto oggi, capire ed affermare una cosa del genere, ebbene: in un breve scambio di battute con un peccatore inconsapevole, cosa gli diresti per aiutarlo ad aprire questi occhi dell’anima?

“Sono un cristiano, quindi sono un realista. La vita è un soffio: se Dio non esistesse, nel post mortem, non cambierebbe niente (apparentemente), ma se Dio c’è, come c’è, il peccatore impenitente per una misera brodaglia evanescente di piaceri illeciti si perderebbe il Paradiso. Senza contare che il male fa male e quindi costoro devono anche faticare brutalmente tutta la vita a cercare di silenziare la coscienza e la ragione. Insomma si devono prostrare all’assurdo per non accettare ciò che è ragionevole, bello, buono e giusto. La vita umana, senza la prospettiva del Cielo, è sempre una fregatura… perché se tutto ti va bene, essa, è davvero troppo corta, se è squallida è lunga, ma se le cose ti vanno male è lunghissima.”

  • Sulla tua preziosa pagina di FB una volta hai scritto: “L’amore non si fa, l’amore si dà… perché è già fatto” e ancora: “Da quando il sesso è diventato libero… l’uomo è diventato schiavo…“. Forse è una domanda scontata la nostra, ma… che cosa è l’amore per te? E in quale modo possiamo davvero trasmette questo Amore che si dona e che libera, all’interno di un mondo edonista, nichilista, individualista, egoista, e pure pansessualista?

“L’amore è l’ingrediente misterioso e segreto di tutto ciò che ha valore. É come la vita, se la togli da un corpo non ti resta che un cadavere destinato a una rapida putrefazione.

L’amore è la vita dell’anima. Basta una goccia d’amore per operare risurrezioni inimmaginabili. Ho meditato a lungo sui temi, anche spinosi, di teologia morale, (il mio Patrono è il santo napoletano Alfonso Maria de Liguori, patrono dei moralisti e dei confessori). Sono arrivato alla conclusione che tutto ciò che è vietato nel campo della sessualità, anche tra le coppie sposate, è per salvaguardare il vero amore. E’ facile passare dall’amore al peccato e il peccato non è altro che un “uso” aberrante dell’altro a svantaggio del bene di entrambi. Una trappola mortale che deruba le coppie del tesoro inestimabile del puro santo e prolifico amore. Anche sul piano squisitamente fisico si perde il vero piacere per ritrovarsi con l’anima sporca e un diletto miserabile. Quasi nessuno insegna queste realtà. Io l’ho fatto per due decenni e più. Nella vita si può sbagliare e cadere, si può deragliare, ma la caduta conferma il principio, e subito si deve tornare in ginocchio da Gesù che ci attende in confessionale.”

  • Veniamo all’altra passione, altro talento, altro dono: la musica, qui in “Romagna”. Oggi la musica serve più che altro per “passare il tempo”, per distrarsi, ma per te abbiamo visto che è passione, lavoro, intreccio quasi fondamentale tra i tuoi pensieri (quei pensieri puliti che tanto piacciono al Buon Dio) e le note musicali, armonia perfetta. Cosa si prova non solo ad avere questi doni, ma a riuscire a farli andare insieme, in accordo armonioso? Quale consiglio daresti ai giovani con talento musicale?

“La musica è il linguaggio universale e perfetto, sopravvissuto alla maledizione di Babele. Considero questo dono alla stregua di un paio di ali che tengo per l’occorrenza in un recondito armadio. Il cielo è sempre sgombro per nuovi voli.

Non sono sicuro di avere, a riguardo, consigli da dare. Le persone che “fanno musica” spesso mi intristiscono… così come non amo produrre i cantanti, e l’ho fatto per tanti anni. Raramente si mira al bello, ma all’effimero e al brutto purché “funzioni”. Applicato all’arte può mai esistere un termine più oltraggioso di questo? Comunque se proprio non si può adoperare niernt’altro, allora che sia chiaro: il bello “funziona”! Non le varie furbate! E poi l’insicurezza che si portano dentro molti di loro (interpreti) rende spesso poco proficuo lo sforzo. Il cantante è un soldato, va a fare la “battaglia” che il produttore gli assegna, ma occorre intelligenza e umiltà… Passerei la vita a scrivere e produrre musica e canzoni, ma alle mie condizioni.

Le persone ormai hanno una visione dell’arte che è raccapricciante. Tuttavia sono convinto di avere qualche buona ricetta, ma occorrono veri mecenati, la bellezza costa. I grandi papi lo sanno bene, ma la bellezza resta.. e chi oggi ancora ci campa, lo sa altrettanto bene.”

  • Per Natale abbiamo visto che sei riuscito nell’intento di regalare nuove emozioni attraverso il tuo ultimo libro, presentato prima con questo bellissimo video “Napul’è”, come puoi spiegare in poche battute che cosa è per te “Golfo mistico“, vedi qui , e cosa vorresti che i lettori cogliessero maggiormente dal tuo lavoro?

“Perché Napul’è l’ho interpretata io? Per non avere a che fare con i cantanti… e visto che non lo sono, mi sono risparmiato una fatica. Ovviamente sto scherzando ed esasperando il concetto. Il mio romanzo ha una finalità alta che è quella di raccontare storie con l’intento velato di seminare qualcosa. Non è una strategia, sono proprio io ad essere così. E’ un romanzo sulla mia amata Napoli, su Dio, sull’amore autentico, sul demonio e su sant’Alfonso… su di me. Ci sono io, tra queste pagine per chi sa decriptare. Lo consiglio di cuore ai romantici e anche a chi spera che ne scriva un’altro. Perché, poi, acquistare musica e libri o vedere film al cinema… significa incentivare artisti e produttori a continuare a fare ciò che fanno.”

  • Tornando al libro “La soglia dell’Aldilà”, che si può scaricare gratuitamente qui, abbiamo notato che citi anche santa Caterina da Siena e noi qui ci riteniamo, seppur indegnamente, discepoli della grande Patrona d’Italia e Compatrona d’Europa: che cosa è per te questa grande Donna d’Italia, come amava chiamarla il Venerabile Pio XII, e con quale parole vorresti, o potresti invitare i tuoi Amici a conoscerla, a leggerla, a seguirla nella Fede?

“Di questa grande santa, dottore della Chiesa posso solo dire che quando un’anima si dà a Dio veramente, poi Dio si dà a quell’anima e in essa compie meraviglie. Dio è infinito, non lo si può esaurire, e nella vita di Caterina vediamo quanto Dio sia riuscito a “fare” con lei, per lei e in lei. I mistici e i loro scritti, secondo me, vanno presi a piccole gocce, la santità (ordinaria) passa per piccole cose fatte nel nascondimento, ma in maniera straordinaria… dico questo perché sento il rischio che può correre chi già fatica a conservarsi in Grazia di Dio se dovesse leggere, senza preparazione e aiuto, queste vite incredibili di sacrificio e santità. Il diavolo dispensa egregiamente il pessimo personalizzato “consiglio a tutti“, lui vuole scoraggiare i peccatori che leggendo di digiuni, di stigmate e di croci finiranno per scappare a lunghe falcate e al contempo, magari, potrebbe spingere all’emulazione i neo convertiti per farli desistere davanti a uno zelo non adatto alle loro fragili spalle. A gocce piccole il terreno si feconda meglio.”

  • Veniamo all’ultima domanda, forse anche prevista ma importante per continuare a condividere con te le tante realtà della Fede cristiana che ami partecipare a chiunque voglia ascoltarti, con tutta libertà e serenità. Che cosa ti aspetti dal futuro e fino a qual punto influisce la Fede? Hai qualche sogno nel cassetto che vorresti rivelarci o confidarci?

“I miei sogni sono tutti pretenziosi, sanno che io sono figlio di Re, e che come tutti i cattolici, ho il sangue Blu, e quindi sono trasmigrati dal cassetto ad attici con vista mare (di Napoli). Il mio padre spirituale mi ha insegnato che per avere immensamente bisogna sperare immensamente.

Vorrei inondare tutto di bellezza… e vorrei comprare un posto stupendo nel verde di un parco, con alberi secolari, ricco di storia e mistero. Un luogo di evangelizzazione, con una chiesa gotico barocca, dove accogliere le persone e farle sentire importanti, uniche e irripetibili, come in effetti sono. Una villa a disposizione di chi vuole parlare di eternità e sentirne parlare, anche mirando un fiore o un quadro, dove si possa “lavorare” le anime una per una, mettendosi a disposizione. Un meraviglioso rifugio dove gratuitamente si possa donare ciò che gratuitamente da Dio si è ricevuto.”

  • Caro Roberto, ti ringraziamo di cuore per la tua generosità in tutti i campi e settori. Con l’Anno nuovo da poco entrato, non possiamo fare altro che augurarti ogni Bene affidandoti al grande san Tommaso d’Aquino, del quale oggi ricorre la Festa; di ricordarci nella Preghiera e di continuare insieme questa bellissima battaglia per la Fede, che ognuno di noi deve combattere con i talenti che il Signore ha donato, le vere armi che dobbiamo imparare a conoscere e ad usare. Una battaglia che si combatte ognuno nel proprio campo della vigna in cui il Signore ci ha posti, ma nella stessa Barca, ben sapendo che se continueremo a seguire le Vie del Signore, le nostre strade, per quanto diverse, si uniranno sempre, e per sempre, in qualche modo (cfr Rm.8,35-39). Grazie ancora, Buon Anno e ad maiorem Dei gloriam.

Laudetur Jesus et Maria

 

Fonte

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