LIBERAMENTE… ROBERTO BONAVENTURA.

Biografia

Nato nel 1970, Maestro d’Arte, concretizza il suo poliedrico talento nell’essere abile musicista e scrittore, prolifico autore e compositore, interprete dei propri brani e dei classici della musica napoletana, oltre che produttore di se stesso e di altri. Come compositore lirico ha al proprio attivo una brillante collaborazione con Luciano Pavarotti, interprete della sua “Neapolis”, apprezzata in ambito internazionale. La sua musica aleggia su atmosfere struggenti ed avvolgenti, capaci di risvegliare le nostalgie più intime che ognuno di noi custodisce segretamente dentro di sé: “Madre dell’Amore” e “Marche Symphony” ne sono la testimonianza più recente. I più recenti progetti artistici di Roberto Bonaventura scolpiscono, con immagini e note, simulacri delle bellezze, più o meno conosciute dal grande pubblico, del nostro Paese. Le testimonianze di ciò sono reperibili sul canale Youtube “Trinitart”. Studioso ed innamorato di Napoli e della Napoletanità, ha coniato la locuzione “Napoletani Sostanziali”. Se l’arte è una passione, lo spirituale è per lui una missione, che trova linfa nella realizzazione di “La soglia dell’aldilà”, testo di apologetica cattolica, “L’ermeneutica dei sospiri”, “L’introspettiva del cielo”, “Traditio sine qua non”, tre chicche di aforismi e pensieri spirituali, l’ultima delle quali elaborata con lo storico Massimo Viglione. Studioso delle realtà connesse ai sentimenti e all’amore umano e Divino. Passione e professione, maestria ed impegno, tutto espresso e convogliato in un’unica direzione: L’AMORE PER LA BELLEZZA.

Descrizione libro

Questo album di ispirati pensieri e di squarci fotografici è un piccolo vademecum della napoletanità, che io definisco quello stato dell’essere che, trascendendo i dati geografici, ​può condurre ogni persona di buona volontà a spasso tra le mistiche e meravigliose coerenti contraddizioni di un “Regno” ricco di misteri, un non luogo che in tanti hanno provato a declassare a mera città, senza mai riuscirci.

Per acquistare il libro

Questo libro non si acquista su Amazon perché, a parte l’impossibilità di rispettarne il formato originario, la tipologia della loro carta non consentiva di salvaguardare la qualità delle fotografie. È possibile ordinarlo direttamente allo staff dell’autore, che è anche editore dell’opera, trinitart33@gmail.com con possibilità di riceverlo con dedica personalizzata.

Napoli è la vela dell’anima…

Non la spieghi senza prendere il largo.

Di Napoli si può sapere e dire tanto,

ma alla fine ci si accorge che si tratta di un “tanto poco”, perché Napoli è sempre oltre.

E poi ti ricordi che esiste Napoli… e tutto il mondo sembra un posto migliore!

Napoli è un magnifico porto dove c’è sempre un sogno a cui attraccare.

Dettagli sul libro

Titolo: Napoletani Sostanziali.
Autore: Roberto Bonaventura.
Argomento: Aforismi, pensieri, poesie e fotografie su Napoli.
Editore: TrinitArt.
Formato: 32 di baseper 22 di altezza.
Pagine: 155.
Edizione: Limitata.
Prezzo: 30,00 €.

INTERVISTA

ILARIA – Benvenuto su “LiberaMente”. Iniziamo dalla prima domanda. Perché hai cominciato a scrivere? C’è un’immagine nella tua memoria che ricolleghi al momento in cui hai deciso di voler diventare scrittore?
ROBERTO – Non credo che si possa decidere di diventare qualcosa o qualcuno che, almeno in potenza, non si sia già. Se la scultura è dentro il blocco di marmo, secondo Michelangelo, lo scrittore è già nella persona. Si diventa e si deve diventare ciò che – in pectore – già siamo. Credo di aver cominciato a scrivere perché una parte del mio essere aveva bisogno di avere, letteralmente, voce in capitolo: nero su bianco. Come ho cominciato? Mi sono fatto travolgere, inizialmente con una certa riluttanza, dalla deliziosa arte di cesellare immagini attraverso lo strumento della parola. Io amo le parole. Le cerco, le studio, le analizzo, dall’etimologia al suono che producono le uso. Mi sono sempre venute facili, ​le parole, in effetti sono stato molto precoce circa la loquacità. Già da bambino, narrano le cronache familiari, esibivo una favella inconsueta. Per uno piuttosto attivo, scrivere significa sedersi, fermarsi… non è stato facilissimo. In definitiva, poter e saper scrivere – fermo restando che non spetta a me emettere giudizi su me stesso – è un modo per dare seguito alle mie idee e ai vari ritrovati della fantasia di cui sono stato dotato lautamente. Amo esprimermi, mi piace tanto dare forma ai concetti. Scrivere serve a offrire una parte di te a chi sta fuori di te. Il mio primo libro “La soglia dell’aldilà”, un manuale di apologetica, nacque dall’esigenza d’immortalare su carta quanto avevo ripetuto a tante persone nel corso di molti anni in tema di fede. Forse è nato tutto da lì, se si esclude il mio primissimo amore per i versi che si sostanziava nello scrivere i testi delle mie canzoni.

ILARIA – In che misura gli incontri (con altri scrittori, poeti, intellettuali) hanno influito nella tua poetica?
ROBERTO – Non ne ho idea. Lascio che la vita mi guidi, m’istruisca, m’insegni e mi redarguisca pure, quando lo merito. Tutto ciò che scopriamo ci lascia un segno addosso. Ci sono incontri che ci cambiano, alcune volte sono appuntamenti già fissati da Dio ai quali noi diamo buca. Ho sempre avuto molta fame di bellezza, sia essa frugale che tumida. La voracia con la quale mi approccio alle cose che m’intrigano, appassionano e avvincono mi
nutre e trasforma, de facto, senza che io ne sappia nulla; prima che io mi possa rendere conto che ho già inglobato le cose che mi piacciono. Come avviene per il cibo, noi diventiamo ciò che mangiamo e mangiamo, di solito, ciò che ci piace. Procedo per strade non convenzionali, quasi mai segnate dalle cartine. Gioisco per ogni scoperta felice. Quindi, per non eludere troppo il quesito che mi hai posto ti dico che tutto influisce su tutto, ma trattandosi di porzioni dell’impalpabile preferisco immaginare che la mia “poetica” sia il frutto di molti raggi solari, di interminabili gocce di pioggia unitamente alle caratteristiche del terreno in cui affondo le mie radici. Mi sembra una risposta esaustiva, per uno che ha premesso di non averne idea. Ti pare?

ILARIA – Quali autori ti hanno formato maggiormente e come sei arrivato a loro?
ROBERTO – Mi chiedo come loro siano giunti a me. Ho fatto scorpacciate di Sant’Alfonso Maria de Liguori, per citarne uno, che mi ha insegnato tanto. Forse chi sta leggendo si domanda che cosa centri questo santo con la tua domanda. Be’ se si considera che è lo scrittore che ha scritto più libri (111) e che vanta più riedizioni di Shakespeare… forse è stato un grande incontro!. Ho letto tanti romanzi e tanti altri libri, ma non tantissimi. Ho considerato un dono grande ogni buona lettura nella quale mi sono imbattuto, ma sono molto pignolo e selettivo, se un libro non mi trasporta entusiasticamente nel suo mondo, lo abbandono senza pietà. I libri sono come le persone: mica siamo tenuti a frequentare tutti, mica diventiamo amici di chiunque, mica tutti ci sanno o possono rendere la vita migliore. Perché i libri, che sono estensioni di chi li scrive, farebbero eccezione?

ILARIA – Qual è il tuo pubblico ideale? A che lettore pensi quando scrivi?
ROBERTO – Il mio lettore perfetto è un essere assai intelligente che non ha dimenticato di coltivare l’emotività. Quando scrivo, così come quando compongo o produco non penso a nessuno, penso a me. Infatti la mia natura di Produttore, libero da qualsiasi vincolo ​editoriale, mi sospinge a fare ciò che mi piace e in cui credo, con la speranza e l’opportuna presunzione che, accontentato quell’incontentabile che sono, sarò riuscito a dare soddisfazione anche qualcun altro.

ILARIA – Puoi spiegare ai lettori perchè il titolo contiene una parola da te coniata?
ROBERTO – Tutto il titolo nel suo insieme è una locuzione di mio conio. Prese da sole sono un sostantivo e un aggettivo di uso comune, ma così concatenate rappresentano un unicum. In pratica è veramente “napoletano” chi possiede le caratteristiche sostanziali, anziché formali, del termine. Non basta essere nati e vissuti a Napoli per essere autentici figli di Napoli. Così come non basta essere nati in una nazione cattolica e aver ricevuti i sacramenti per essere graditi a Dio. La misura di tutto è sempre e solo l’amore. Ovunque si sia venuti al mondo, luogo non certo scelto da noi; sono i nostri comportamenti a renderci degni o indegni. Adolf Hitler era cattolico, battezzato e per anni fu un praticante… ebbene, qualcuno può asserire che il cattolicesimo sia cattivo, perché lui non è stato buono? Perché si devono scagliare pregiudizi e vituperie su Napoli e tutti i napoletani a motivo di una minoranza di “fetenti” nati e cresciuti a Napoli? Nel libro presento un identikit in 10 punti per scoprirsi napoletani sostanziali. Edoardo De Filippo, ante litteram, diceva: “Ladro si nasce”. E non si può dire che il ladro è napoletano. Oppure romano. Milanese. Inglese. Francese. Tedesco. Americano … Il ladro è ladro solamente. Non ha madre, non ha padre, non ha famiglia. Non ha nazionalità. (…)

ILARIA – Le immagini accompagnano maestosamente i tuoi scritti. Ti va di svelarne il motivo di tale scelta a noi di “LiberaMente”?
ROBERTO – Ho conosciuto Armando Mancini attraverso le sue fotografie. Sono rimasto legato a quel suo modo di dipingere Napoli così scevro da intellettualismi. I suoi scatti in bianco e nero sono perfetti per immergere il lettore nelle pieghe di un mondo che non è di questo mondo. Esse velano più che svelare, suggeriscono al “visitatore” di fare ricorso ai propri personali colori. Ho selezionato le fotografie più appropriate per affermare con maggiore autorevolezza quello che in verità non avevo alcuna intenzione di dire. Ciò che ho scritto rappresenta un bisbiglio pronunciato all’orecchio del cuore. Sono frammenti di una lettera che si traduce in un poetico invito per dire: vieni a Napoli, che stai aspettando? Sono a disposizione come tuo Cicerone, il libro è solo una mappa. Il Tesoro t’aspetta qui.

ILARIA – Sei napoletano, ma intellettualmente hai una mentalità fortemente americana che chiaramente si coglie tra le righe del tuo libro. Delle tante poesie puoi svelarcene tre a cui sei particolarmente legato e perchè?
ROBERTO – Io sono un archetipo di Napoletano Sostanziale. Amo dire, parafrasando un noto detto napoletano, “Chi è più napoletano di me… si trucca!”. Sono nato napoletano, e non è da tutti. Io lo so bene. Non so se ho una mentalità “americana”, colgo il bello e il giusto ovunque mi capiti di scorgerlo e me ne approprio. Quanto alle poesie posso dire che quella intitolata “Mergellina” è indirettamente dedicata a mio padre che lì è nato. Amo
la nostalgia, i miei occhi ne sono affogati perché il mio cuore ne è intriso. Questa poesia è ​un affresco sulla vita dei pescatori che hanno vissuto su quella spiaggia e di quel mare, oggi lastricato di imbarcazioni di lusso. Secondo me, nei loro occhi sinceri e a tratti malincolici, tutto è rimasto com’era. Il tempo cambia tutte le cose ma non ha potere sui sentimenti. Non me la sento di tradurre in italiano ciò che nacque in lingua napoletana. Sarebbe come tradire la mia ispirazione. Il napoletano è una lingua con il sangue dentro, come disse una mia lettrice, Non voglio dissanguare i miei scritti. E poi mi sembra chiaro che io detesti “svelare”, ho passato molti anni ha studiare il modo per “velare” a cominciare dai miei studi di Maestro d’Arte, pennello in mano, fino ad applicarmi a questa “Velatio”, che tra l’altro è anche un suggestivo rito cristiano del sacramento del matrimonio, in musica, nei video e nella vita. Non a caso studio da anni il “Cristo Velato” di Giuseppe Sammartino, e forse non smetterò mai. L’arte nasconde per rivelare, così come il Cristo muore per risorgere.

ILARIA – Che relazione c’è tra la scrittura e la società, con le sue influenze politiche e culturali? E come convivono questi aspetti nella sua produzione letteraria?
ROBERTO – Sinceramente, non mi pongo nessuno di questi “problemi”, io scrivo senza alcuna consapevolezza di ciò che mi può influenzare. Sicuramente qualcosa inciderà, ma non saprei rispondere. Io ho esigenze interiori di soffondere, attraverso le varie forme d’arte che pratico, ciò che vivo, amo, soffro, anelo e spero. Altro non so.

ILARIA – Saluta i lettori di “LiberaMente”.
ROBERTO – Cari lettori se siete giunti coraggiosamente e caparbiamente, fino in fondo, a questa mia esposizione significa che avete una ferrea volontà. Mio congratulo con voi e vi ringrazio per avermi onorato della vostra attenzione. Se Dio vorrà ci risentiremo o rivedremo da qualche parte… magari proprio a Napoli.

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2021 © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Ogni intervista è stata rilasciata telefonicamente, esclusivamente ad Ilaria Solazzo, a titolo gratuito da ogni singolo Artista. La Solazzo a titolo gratuito, senza alcun scopo di lucro, collabora con I-6 curando la rubrica “LiberaMente” da lei stessa ideata nel 2009. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). È severamente vietata la riproduzione e la rielaborazione anche parziale dei contenuti del sito senza l’autorizzazione della giornalista Ilaria Solazzo e del fotografo Simone Pagano.

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